Saturday 27 March 2010

27 marzo. mi sa che finalmente stasera mi guardo "Shutter Island"

Sinceramente pensavo di aver più palle, e mentre me ne andavo tra la folla mi domandavo se avessi davvero potuto farlo.
Servono un paio di passi indietro. Ero di fianco al Blumenmarket, ad Amsterdam. Vista l'ora, le 18:00 (o appena dopo), l'idea era di mangiare qualcosa e prendere la strada per la stazione, recarmi a Schiphol e da li al mio hotel con la navetta.
Avevo un'idea di come arrivare alla "Centraal Station" ma per non stare a gironzolare troppo tiro fuori la cartina.
Tracchete! Subiro arriva quello che dice "dove sei diretto?"
Mi faccio aiutare e in effetti da li era davvero una sciapata: "segui le rotaie del tram" mi fa.
Poi mi dice se, visto che è un senzatetto, posso fargli la cortesia di allungargli degli spiccioli.
Io di solito sono restio a dare spiccioli a chi li chiede perchè son dell'idea che se ti do degli spiccioli tu ti ci compri una dose, o dell'alcol (per di più scadente). Questo qui non sembrava un tipo "da dose", parlava pure un buonissimo inglese ed era pulito.
Li per li penso "non gli do degli spiccioli; piuttosto se vuole mangiare andiamo insieme da un "kebabbaro" e gli offro un kebab (o un falafel, tante volte fosse vegetariano)". Del resto stavo cercando un posto per cenare anche io.
Gli chiedo se vuole mangiare. Mi dice di si.
Al che non ce la faccio a dirgli se vuole fermarsi da qualche parte e gli allungo 2 euro. Sta li, mi guarda e mi ringrazia. Me ne vado.
Mi mischio tra la folla e penso che non ho le palle.

Oggi ho anche capito che non sono bravo ad andare in giro da solo per le città. Non ce la faccio a godermi un posto "nuovo" da solo. In compagnia è tutto interessante, divertente, non mi fermerei mai; da solo non riesco a godermi il luogo, lo stare in giro, l'andare per negozi o il semplice osservare e fare foto.
Le uniche foto che ho fatto sono quelle con me in primo piano e la famosa scritta "I amsterdam" alle spalle. Solo che me le sono fatte da solo e la scritta non si vede.
Che delusione.


Monday 22 March 2010

Ultimamente, mi è stato fatto notare, sto perdendo quel mio fare smart che mi contraddistingueva.
Ultimamente sembro più fesso, tardo, troppo rilassato.
Ieri sera, in albergo mi sono fatto rifilare 60 minuti di internet, quando me ne sarebbero bastati 30 (la connessione si pagava a "mezze ore") solo perchè il tipo alla reception mi ha detto "ho gia segnato 1 ora...". Avrei potuto insistere.
Ieri sera in albergo ho mangiato 8 euro di nulla dal frigo-bar in stanza, un succo di frutta e un pacchetto di wafer Loacker, quando avrei potuto uscire, entrare nel primo bar e con la metà mangiare di più (se non una cena degna di tal nome, almeno una pizzetta e una bottiglietta d'acqua).
Stamattina alla stazione di Milano, alla macchinetta self-service per il ritiro dei biglietti acquistati online ho preso solo uno dei due biglietti acquistati. L'altro è probabilmente ancora li se qualcuno non se lo è preso. Quando mi sono accorto era troppo tardi per tornare indietro. Altri 10 Euro che ho dovuto cacciare una seconda volta per comprare il biglietto per quel secondo treno.
La scorsa settimana avrò speso più di 20 euro di tram, quando un ticket settimanale ne costa 15.
Sono sviste che si evitano facilmente, basta pensarci un po' prima e essere più concentrati sul cosa si sta facendo.

Mi secca non essere più smart.

Friday 19 March 2010

Chi di voi, con un'età compresa tra i 20 e i 40 anni, non ha passato almeno qualche ora della sua giovinezza in una sala giochi, al mare, in qualche bar o, per i più fortunati/sfortunati (dipende dai punti di vista) davanti alla Play Station a giocare a quello che potremmo considerare il papà di tutti i picchiaduro?
Era l'inizio degli anni '90 quando uscì "Street Fighter II: The World Warrior" seguito poi dall'ancora più interessante "Street Fighter II: Champion Edition" in qui era possibile controllare i 4 boss finali.
Cum magno gaudio potevo finalmente dilapidare la mia paghetta utilizzando il mio personaggio preferito: era il tipo alto, di nazionalità spagnola, con una banda rossa che richiamava molto un costume da torero (per ovvii richiami alla nazionalità) e soprattutto con dei letali artigli di metallo. Anche le sue "mosse speciali" erano invidiabili. Ebbene, quel personaggio portava il nome di una stella, Vega (anche se poi, anni dopo, ho scoperto che c'erano differenze tra la versione made in Japan e quella americana, per cui in origine Vega era il nome di quello che da noi è più noto come M. Bison). Ad ogni modo, perchè tutto questo preambolo? Non è di videogiochi che si parla ma di alimentazione vegana.
Per chi non lo sapesse con il termine "vegani" non si identificano gli abitanti della stella Vega ma coloro che sono dediti al veganismo (o vegetalianismo).
I vegani sono tutti quelli che non si accontentano di essere vegetariani ma vanno oltre, adottando un'alimentazione priva di ogni alimento di origine animale, quindi niente carne ma neanche uova, latticini, miele... ma il loro discorso è esteso fino al non volerne sapere con tutto ciò che implica lo sfruttamento di animali. E qui la prima domanda: chè, la loro verdura viene coltivata arando i campi da aratri umani?
A parte le cazzate, la cosa è molto interessante e offre anche spunti per riflessioni di stampo etico sullo sfuttamento animale nell'industria alimentare, sulle condizioni di vita degli animali destinati a morire. Tempo fa ho visto un bel documentario (un po' troppo new age sul finale) chiamato "Earthlings". I video sono un YouTube.

Per coronare il discorso sui diritti animali... ieri sera sono stato a cena in un ristorante vegano.

Come antipasti abbiamo optato per (1) molé mousse broccamole trifle with mango poblano salsa, smoked paprika soy strips and tortilla chips e (2) carrot tofu wholewheat nidimi / wasabi cream and thai asparagus marinated ginger shiso cress salad per poi passare ai piatti portanti, (3) thyme tagliatelle with mushroom amontillado ragout / roasted walnuts and sorrel salad e (4) rice & spice (almond milk with tofu balls, snow peas, green chillies and thai basil + spinach, grilled eggplant and olive nere al forno in garlic bellpepper cream).

Il tutto accompagnato da un Voignier vin de pays d‘oc (frankreich, languedoc, 2007, domaine les yeuses, voignier).
E ovviamente... Acqua Panna. Qui sotto foto degli antipasti.








(a)








(b)










(c)


La foto (a) mostra la molé mousse broccamole trifle with mango poblano salsa, smoked paprika soy strips and tortilla chips; (b) e (c) mostrano il carrot tofu wholewheat nidimi / wasabi cream and thai asparagus marinated ginger shiso cress salad.
Il sito del ristorante: www.zest-leipzig.de (pubblicità gratis)

Thursday 18 March 2010

Phylarmonic Orchestra performing Pink Floyd, update

Carico qualche foto della serata al FriedrichPalast di Berlino, visto che ora ho un paio d'orette libere. Lo spettacolo, come ho scritto qualche messaggio fa, era la Phylarmonic Rock Orchestra che eseguiva brani tratti dal repertorio dei Pink Floyd.
































Il calore delle fiamme si sentivano anche da distante. Mi chiedo come facesse il direttore dell'orchestra a sopportarle.











L'esterno del FriedrichPalast, di giorno e di notte

















Il tutto nella multietnica, caleidoscopica, culturale Berlino.
Grazie Ida :-)

Tuesday 16 March 2010

Black Holes and Revelations

Black holes and reveations. Gia il titolo dice tutto.
Lunedì sera ho partecipato ad una serata dedicata al "Laugh Yoga" o per dirla in italiano, lo Yoga della risata (alcune informazioni, prima in inglese e poi in italiano. Strano che non ci sia una pagina Wikipedia italiana dedicata a questo Yoga).
Ad ogni modo, credo sia ormai stranoto quanto ridere faccia bene alla salute, partecipi al nostro generale benessere psico-fisico e aiuti ad allontanare pensieri negativi e tensioni.
Ebbene, questa disciplina di "yoga", che nulla ha a che vedere con "posizione del leone sulla montagna al sorgere del Sole" o "il larice mosso dal vento dell'est in una sera d'estate" o tutte quelle posizioni contorte. La pratica si svolge invece con semplici attività di gruppo volte a autoindursi il ridere. Può sembrare stupido (e lo è anche!) ma non c'è nulla da fare: ridere fa star meglio e poi è anche contagioso, e stare in mezzo a gente che ride... suscita un immoto dovere di farsi una gran risata (se non altro se ci si immagina circondati da sconosciuto che ti girano in tondo battendo le mani e ridendo a gran voce).
Non c'è nessuna forzatura: ognuno fa quel che gli viene.
Io per esempio ero in mezzo a una decina di persone di cui solo una parlava italiano, una metà delle quali parlava inglese mentre l'altra metà, tra cui "l'insegnante" (colei che dirigeva la seduta), solo tedesco. E gia la cosa era ilare.
Anche se non ci fossero stati alcuni colleghi di Ida a tradurre in inglese quello che l'insegnante spiegava, non sarebbe stato difficile interpretare quelli che sarebbero stati gli "esercizi", un susseguirsi di battimani, sbattipiedi, ridi, ridi, ridi... insomma, un'ora e mezzo se n'è andata in grasse risate (anche gli addominali ne risentono).

Ma cosa c'entra tutto questo con il titolo?
Nulla in effetti. Solo sto ascoltando "Black Holes and Revelations", dei Muse che sto scoprendo sempre di più. Qui uno dei pezzi che preferisco.

Cose da fare in giornata:
- lavatrice dei bianchi
- farmacia per medicine x le Filippine
- spesa per cena
- Haribo
- passare almeno l'aspirapolvere in camera
- Leipzig lercher per Alessandro
- biglietto Treno x TS + chiamare Giacomo per biglietto treno TS-AN
- applications PhD
- altro?

Dav

Sunday 7 March 2010

DDR, Stasi... e una ventosa Berlino

Come dicevo nel post del 6 marzo 2010, "io e te, vento nel vento... per motivi che ancora non conoscevo".
E infatti il week end è stato animato da una ventosa Berlino le cui temperature (unite al fatto di essere oltretutto una città umida) hanno messo a dura prova la nostra voglia di visitare per la seconda volta questa fantastica città.
La mattina di sabato è iniziata con una colazione ad un bar: coirssant, scacco di torta con crema e 2 cappuccini. Ed eravamo pronti a camminare.
Prima tappa, la East Side Galley, quel che resta del "Muro" (Mauer, in tedesco). centinaia di metri del muro che ha separato gli abitanti di Berlino Est da quelli di Berlino Ovest per 28 anni, per non dimenticare, sono tenuti ancora sù e viaggiano lungo lo Spree (uno dei due fiumi di Berlino). Fortunatamente Berlino è fornita di mezzi pubblici ultra efficienti e tra bus, tram, U-bahn e S-bahn (rispettivamente la metro sottoterra e la metro all'aperto) si arriva ovunque.


La East side Gallery si trova nella parte orientale della città e artisti di calibro internazionale ne mantengono colorate le pareti e vivo il ricordo (c'era anche l'opera di un artista italiano). Alcuni disegni richiamano fatti realmente avvenuti (c'è la versione cartoon del soldato che salta il filo spinato, il bacio tra Leonid Brežnev ed Erich Honecker) mentre altri graffiti rappresentano messaggi di pace e/o denuncia di quel periodo).

Dalla East Side Gallery ci siamo diretti verso il Friedrich strasse, punto di riferimento per ogni direzione, e quindi verso il DDR Museum (Karl Liebknecht strasse, lungo lo Spree). Camminando lungo lo Spee si trovano molti mercatini che vendono di tutto, da cappelli e guati in lana cotta a quadri e soprammobili naïf. Il DDR museum
(www.ddr-museum.de) è stato un po' una delusione, specialmente dopo aver visitato una mostra sulla DDR a Leipzig. Quella di Leipzig, oltre ad essere GRATUITA era enorme, e ripercorreva la storia delle 2 Germanie dagli anni '40 agli anni '90; un immenso piano con filmati, e ricostruzioni di ambienti che farebbe invidia al museo sulla DDR di Berlino. Che però è comunque un bel museo (anche se piccolo e talmente sovraffollato che spesso ci si incastrava nei pochi settori che offre). Impressionante è un filmato creato dalla DDR in cui cittadini di Berlino Est venivano intervistati e nelle interviste dicevano che erano contenti, che stavano bene, che avevano tutto e si divertivano.

Vista la sfumatura storica che abbiamo deciso di dare alla nostra visita a Berlino la tappa successiva è stato il Museo sulla Stasi (www.stasimuseum.de), ispirati anche da un film molto bello, Le vite degli altri, ispirato appunto alla Stasi, la DDR e la politica attuata dalla Germania dell'Est nello spiare le persone. Il museo sulla stasi, purtroppo, era quasi interamente in tedesco, con minute didascalie in inglese all'ingresso di ogni settore e basta.
La cosa interesante, al di la delle informazioni sulla Stasi e sui reperti esposti, è che il museo si trova in uno dei palazzi utilizzati dalla Stasi durante la DDR ed è stato possibile girare per gli stessi uffici (forse anche gli stessi ambienti utilizzati per le riprese del film sopracitato). Tutt'ora i cittadini tedeschi possono visitare gli archivi contenenti le registrazioni della Stasi per scoprire se sono stati oggetto di spionaggio da parte del Governo.

Berlino è una città che sprizza storia dietro ogni angolo, un po' come Roma, solo che le atmosfere che si rivivono per Berlino sono di una storia triste, sofferta e non voluta. Un popolo che ha sofferto e sbagliato, più volte, ma che nonostante questo ha saputo sollevare la testa e tornare in auge. Un popolo da ammirare.
Comunque, un altro elemento del nostro percorso storico-giornaliero è stato il Checkpoint Charlie, unico punto in cui era permesso passare dal settore sovietico a quello americano.

Di per se, oggi giorno, il checkpoint non dice nulla: è un ex-dogana in mezzo a due corsie. Ma la via è tappezzata di pannelli che raccontano e ripercorrono le vicende di quegli anni, facendo immergere il lettore nelle atmosfere cupe di quegli anni. Il percorso del Muro, tracciato con mattoni per tutta la città, mette in evidenza la drammatica situazione dei berlinesi di quegli anni. E' una storia che ci appartiene, che appartiene a tutte le persone che hanno dai 35 anni in su, il cui dramma è ancora vivo e troppo recente per non sentirne l'importanza.

Berlino è anche una città ricca di musei i quali sono disseminati un po' per tutta la città. Alcune zone però ne racchiudono diversi (come ad esempio l'isola dei musei situata lungo lo Spree nel quartiere Mitte, centralissimo). Noi ci siamo diretti invece al museo del cinema e della televisione, a Potsdamer platz (in effetti eravamo diretti alla mostra su Dalì, sempre a Potsdamer platz ma il prezzo del biglietti non ci ha convinto ad entrare e abbiamo cambiato idea). Il museo, interamente dedicato al cinema e la televisione tedeschi, presenta un'esibizione intitolata "The Complete METROPOLIS" dedicata a Metropolis, il film padre della Science Fiction, datato 1927.

Per mangiare, Berlino offre davvero di tutto, dal ristorante tipico tedesco a quelli orientali, passando per le classiche catene di ristorazione. Una sera, cercando un ristorante per fare cena, senza aver nulla di particolare in mente, siamo capitati in un sushi bar all'inizio di Friedrichstrasse.

Abbiamo mangiato sushi, fresco, variegato e abbondante per appena più di 20 euro. Pagando abbiamo scoperto che il ristorante faceva l'Happy Hour (dalle ore 12 alle ore 24, probabilmente durante tutto l'orario di apertura) e alcuni prezzi erano scontati. Peccato a non averlo saputo prima, avremmo preso di più! Se siete amanti del sushi consiglio di prendere nota di questo piccolo e accogliente sushi restaurant. Oltre che dal nome, Wasabi (un po' inflazionato come nome per un ristorante giappo) è possibile riconoscerlo dalla scritta "happy hour 12-24" in rosso sulla vetrina.

Saturday 6 March 2010

io e te, vento nel vento... per motivi che ancora non conoscevo.

... e mi ritrovo davanti al FriedrichstadtPalast di Berlino (www.friedrichstadtpalast.de).
La facciata è decorata con mega poster di balletti, e la cosa mi lascia inizialmente perplesso. Ma poi neanche troppo. Insomma, gli show a teatro sono sempre piacevoli, e il balletto... non sono un intenditore quindi posso solo avere una posizione incuriosita. Poi era il regalo di Ida, quindi mi sono fidato ai suoi gusti, senza farmi troppe domande, ed essendo il mio regalo, l'ho preso così com'era.
E infatti era tutt'un'altra cosa!
Ma prima, l'incontro. E come dice il titolo del post... "io e te, vento nel vento", dalla bellissima canzone di Battisti. Ida mi corre incontro, attraversando la strada. Era 10 minuti che mi aspettava dall'altra parte :-( Si era fatta 2 ore in auto per raggiungermi a Berlino in tempo, andando prima al lavoro per finire tutto e partire. :-)
Finalmente ci rincontriamo. Stavolta dopo... quasi 2 mesi. Ed è sempre troppo eccitante. Starei ore a baciarmela tutta e accarezzarla, e stringerla e accarezzarla e baciarla ancora ma visto il clima non primaverile, decidiamo di spostare la nostra location per effusioni all'interno del FriedrichPalast. La hall è molto grande, con scalinate che conducono ai 3 piani del teatro. Una mega palla di specchi stile disco anni '70 ruota, appesa al soffitto.
Mangiando bretzel comprati di fronte al teatro aspettiamo troviamo un angolo per due, con poltroncine e tavolino, per consumare la fugace cena in attesa dell'inizio dello spettacolo, spettacolo il cui tema Ida non vuole rivelare pr mantenere la sorpresa ma che al mio "ma è un balletto?" risponde in tono ironico (quindi non si tratta di gente seminuda addobbata da supereroi post bellici... peccato ;-P ).
E tra coccole e aggiornamenti su cosa è successo negli ultimi giorni e sulla giornata in particolare arriva il momento di prendere posto nella sala.
E si dipana una matassa.
C'è un palco. Sedie a semicerchio. Un cerchio bianco pende dall'alto al centro del palco e due scritte bianche su fondo "cangiante-multicolore" dicono "Pink Floyd".

Vi presento:












Ebbene si. Una serata tutta Pink Floyd rivisitati dalla Rock Philharmonic Orchestra. Questa si che è stata una sorpresa. :-)
I brani presentati sono stati presi dal repertorio classico: Wish You Were Here, Goodbye Blue Sky, Ehi You, Another Brick in the Wall, The Division Bell, Echoes, Time, Money, e una bellissima Shine on You Crazy Diamond. (più altre che non ricordo/non conosco).
Appena avrò recuperato le foto, ci sarà anche modo di avere un'idea dello spettacolo.

Friday 5 March 2010

When the going gets tough, the tough get going

i muratori.
E' la risposta al quesito rimasto in sospeso rigurdante l'uso dei cm o dei mm (post 2 marzo 2010). I cm li usano i muratori, dice il caro vecchio Des.
Comunque, non siamo qui a parlare di unità di misura. Sapete dove mi trovo ora?
In un seminterrato, una guest room in Eichendorffstrasse, Berlin.
Sono atterrato col volo Atyrau/Amsterdam a Berlino ore 14:40 e avevo indicazioni per venire fin qui dove avrei trovato un passaggio (mitfarhgelegenheit) per Leipzig. In Germania è usanza comune come in Italia farsi il bidè offrire passaggi in auto (o treno, ma senza doverlo guidare) e farsi ripagare in parte della spesa o sfruttare chi viaggia per spostarsi in maniera economica. Tutto questo si riassume in una parola tedesca formata da altretre parole tedesche: mit (con) fahre (viaggiare) gelegen e heit. Le ultime due non so cosa vogliano dire. Ad ogni modo nel sito www.mitfahrgelegenheit.de ci sono centinaia di persone che ofrono passaggi. cliccate e cercate.
Allora, dicevo... siccome Ida vive e lavora a Lipsia io ero pronto a prendere uno di questi passaggi da Berlino (dove sono atterrato) come ho gia fatto in passato.
In realtà la cosa mi è sembrata insolita che Ida mi abbia organizzato un mitfahrgelegen senza darmi neanche un numero di telefono/e-mail da contattare. Quando gliel'ho chiesto mi ha detto che neanche a lei lo avevano dato.
Poi lei mi dice che il tipo del passaggio non ha fretta e che se ritardo non fa nulla, lui mi aspetta (di solito quelli dei passaggi sono rigorosi in quanto a orari). Poi Ida mi fa arrivare in questa via Eicherdorffstrasse che non è troppissimo distante dalla stazione centrale (HauptBahnHof) ma neanche a "5 minuti a piedi". E io ho il valigione (20.150 Kg) più il trolley (12 Kg) più la tipica busta gialla "see buy fly" di Schiphol con dentro i biscotti tipo-vafer con quella sorta di mou/caramello in mezzo per le coinquiline di Ida e per mia mamma.
In più una rosa per Ida.
Insomma con tutta sta roba al seguito decido di prendere un bus. Il 245, che mi lascia a Nordbahnhof.
Scendo. Ci fosse stato un baracchino informazioni. Ok, vedo uno, gli dico "sorry, do you speak english?" e intanto tiro fuori la mappa di googlemap che avevo stampato. E quello "si".
E io "a ma tu..."
E quello "si, anche io..."
(ok, l'unico che fermo è italiano. Italiani ma in italia c'è nessuno??)
Questo non sa dove sia la via che sto cercando ma sa dove siamo. tira fuori la sua mappa ultradettagliata e mi fa "mmh, si, dovresti andare di la... vedi, noi siamo qui... si, vai di la".
Vado di la... cammmio cammino... ero dalla aprte sbagliata! Fortuna che ad ogni fermata del bus c'è una mappa della zona. Infatti ero proprio diametralmente opposto a dove sarei dovuto andare sempre con le valigie, eccetera).
Insomma, piglio, mi giro e torno al punto di prima. Il tipo italiano non c'è più (pare un videogioco alla Monkey Island).
Cammino cammino, insomma alla fine non ero distante, per fortuna, ma ad ogni modo sono arrivato tutto sudato (e me scappava pure da cagà 'mbelpò).
Arrivo, nella via, trovo il numero civico, sto per suonare il campanello... scena da film, mi suona il cellulare. E' Ida.
Le dico che sono arrivato e lei mi dice che è appena uscita dall'UFZ. Ma, allora non è qui ad aspettarmi!?
Mah, solo suonando il campanello lo scoprirò. Chiudo la chiamata. Suono. Si affaccia un tipo. Mi fa "Davide?"
"Si".
"One moment".
"Ok" penso, "è tutto vero, si va a Lipsia in auto". E Berlino? Niente week end a Berlino? :-(
Invece il tipo esce e mi da una lettera from Ida. La leggo. Inizio a ridere e quello mi stava li davanti che mi parlava e io non lo ascoltavo e facevo di si con la testa. Era una mail di Ida che diceva che da qui (da questa guest house prenotata da Ida peril week end), dopo essermi dato una rinfrescata sarei dovuto andare da un'altra parte (Friedrichstrasse) non più tardi delle 19:30, gia cenato perchè... sorpresa. :-)
E ora sono curioso.
Sono le 17:38, finisco di prepararmi e vado. Chissà la mia Ida cosa avrà escogitato per farmi una sorpresa? :-D
Meno di 2 ore e lo saprò. E lo saprete.

Davide

ps: foto della stanza in ordine sparso (io sono colco sul letto)






Tuesday 2 March 2010

2 Marzo 2010

Ieri, 1° marzo 2010, twenty-ten come dicono gli anglofoni, era il mio compleanno. Come regalo di compleanno digitale, cioè come regalo digitale di compleanno, ho ricevuto questo blog a mio nome.
Bello. così posso sbizzarrirmi a scrivere tutte le cose che mi passano per la testa, e magari userò questo spazio anche come agenda, block notes, post it, lista della spesa e delle cose da fare... e magari salverò qualche albero alla fine dell'anno, visto che di carta ne uso parecchia. e anche di matite (adoro le matite di legno, anzi, come insegnavano le maestre i "lapis", che in greco significa "Saggezza").
Altri regali ricevuti? Un cofanetto in puro stile kazako con dentro un portachiavi pacchianissimo tra il tamarro e il cattivo gusto nero e oro, bello, per carità, ma non penso lo tirerò mai fuori dalla custodia. Però è un bel pensiero dai miei colleghi kazaki... insomma, se sono kazaki sono stati coerenti con le loro menti kazake a farmi un regalo in stile kazako.
Oltre al portachiavi nero e oro c'era un porta business card dorato. Ah, ma tanto posterò le foto quindi sto poco a descrivere.
La custodia è bella, sembradavvero importante. Ah, poi mi hanno regalato un album di fotografie, cioè per raccogliere le fotografie. Molto bello, e molto grande, sarà un 50x50cm (o come direbbe Des 500x500mm, perchè i cm li usano solo... non mi ricordo, glielo devo chiedere di nuovo).
Ad ogni modo, sto inaugurando ora questo blog perchè fino a 15 minut fa Blogger non mi si apriva. Con nessuno dei 3 browser che uso.
Intanto si è fatta mezzanotte e un quarto (4h di fuso in avanti rispetto l'Italia), ed è gia il 3 marzo. E come tutte le sere tra le 21:30 e le 23:30 mi riprometto di andare a letto presto, aprire un libro e leggere un po' invece di perdermi in cazzate nella rete... mmh, vediamo stasera, a parte facebook che ogni tanto ci capito comunque, sono stato in thinkgeek, la posta di Libero e Tiscali (tiscali merda, sempre!) il sito delle deutschbahn da cui mi sono ristampato in pdf i biglietti dei treni per Frankfurt (59 e rottissimi di Euro!!) e per Nurnberg, both from Leipzig, ho trovato, forse, devo consultare Ida per la conferma, il regalo di compleanno per papà e Paola... chi sono Ida, papà e Paola? non li ho intordotti. ma a sto punto, chi sono io? non mi sono introdotto neanche io... ah, ho cercato, come sempre, lavoro. Eggià, ho un paio di doppi lavori, dopo quello principale.
Quello principale è rendere felice Ida, e mi occupa parte della giornata. Rendere felice Ida è un'occupazione a tempo pieno ma siccome lei non lo sa a volte lavoro part-time. E' un lavoro divertente ma a volte non ho molte idee e mi porta via più tempo del dovuto. Comunque mi piace, si.
Gli altri due lavori che ho sono quello di Environmental Engineer in Agip, dove svolgo diverse interessanti mansioni, dai campionamenti offshore attorno alle isole artificiali allo studio di impatti ambientali sulla fauna endemica del Mar Caspio. Anche questo mi piace. E poi c'è il mio terzo lavoro che è cercare lavoro per cambiare il secondo lavoro. Si perchè di lavorare in Kazakhstan lontano da Ida mi sono stancato. mi rende instabile mentalmente, ansioso, irascibile e non riesco a fare bene il mio primo lavoro, cioè non è semplice da qui, eccheccazzo! e quindi devo andarmene.
Mi spiacerebbe lasciare alcuni colleghi e amici, alcune persone davvero d'oro (vuoi per la situazione, o per che ne so io ma mi sono ritrovato con brava gente) come mi spiacerebbe lasciare la piscina sul tetto, pasti pagati in hotel a 5 stelle, auto aziendale 24h /24, chiamate worldwide gratuite, sia dall'ufficio che dalla mia stanza d'albergo, e altre puttanate che se non ci fossero state col cazzo che la metà della gente sarebbe venuta qui (vedi anche stipendi inimmaginabili). Ma il primo lavoro richiede che il secondo elimini il terzo. Punto.
Ora di uploadare le foto e di mettermi a letto con un libro, quel tanto che basti a far suonare il cellulare, il che vuol dire "eddai, chiamami".
Notte.

(1) il cofanetto chiuso.












(2) Il cofanetto aperto: porta business card (alto, dx) e portachiavi (basso, dx).












(3) consegna dei regali. da solo, di fronte a Zhazira, tutti gli altri da una parte a guardare... era come essere ad una premiazione.